Oggi, in occasione del World Pizza Day, tutto il mondo celebra uno dei piatti principe della tradizione culinaria italiana. In particolare, la città di Napoli, cuore pulsante della pizza e delle antiche tradizioni, si sta preparando a festeggiarla nel migliore dei modi, coinvolgendo i pizzaioli delle numerose pizzerie che a ogni angolo animano la città. Ma in questa giornata speciale è forse giusto ricordare anche cosa è successo lo scorso ottobre, quando da un giorno all’altro la pizzeria storica di Napoli, dove fu inventata la pizza Margherita, è stata chiusa per mancanza di igiene. Sicuramente, quello che è successo all’Antica Pizzeria Brandi, è stato un vero e proprio colpo al cuore per molti napoletani. L’attività, conosciuta da locali e turisti da tutto il mondo per essere il luogo di nascita della pizza in onore dell’allora regina d’Italia Margherita di Savoia, ha dovuto chiudere le porte per ben undici giorni a causa di alcune irregolarità scovate da Nas e Asl: 600 kg di alimenti privi di tracciabilità e sanzioni per tre illeciti amministrativi per un totale di 4.500 euro.

Una lecita domanda che ci si potrebbe porre in situazioni di questo genere è: “questa cosa davvero mi riguarda?” La risposta è una sola: Si. La scelta di chiudere un locale storico della città, non riguarda solamente la famiglia Brandi, ma la storia della pizza Margherita, se non che l’intero ecosistema che gira intorno al mondo del simbolo indiscusso del Made in Italy e nel dettaglio, della napoletanità. La chiusura di una pizzeria così importante per la storia napoletana, infatti, ricade in prima battuta sull’associazione dei pizzaioli napoletani, ma anche e soprattutto sulla reputazione delle loro attività, che può rimanere invariata, ma anche subire dei colpi con conseguenze non del tutto positive.

Ma cosa significa la pizza per gli italiani e per il mondo?  La vera risposta la troviamo il 7 dicembre 2017 quando l’arte del pizzaiolo napoletano – e dunque la pizza napoletana – è stata riconosciuta dall’Unesco e iscritta nella lista del “patrimonio immateriale dell’umanità”. Tutto questo è stato possibile anche grazie al costante impegno di Alfonso Pecoraro Scanio, ex Ministro dell’agricoltura dell’Italia e figura chiave per questo periodo così importante per il nostro Paese. Promotore della campagna World Petition #pizzaUnesco, lanciata nel 2014, l’ex Ministro è riuscito a raggiungere il sostegno di oltre 600 ambassador, coinvolgendo personalità del mondo dello sport, della cultura e della politica, e superando l’obiettivo di due milioni di firme provenienti da tutto il mondo. Inoltre, se parliamo di pizza Margherita sappiamo che è la regina indiscussa delle preferenze degli italiani.

Ma in merito a tutto questo, come ha affrontato la chiusura l’Antica Pizzeria Brandi? La decisione è ricaduta su un semplice post multilingua pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale che riporta quanto di seguito: “Si avvisa la gentile clientela che la Pizzeria Brandi resta chiusa per manutenzione straordinaria oggi Giovedì 20 e domani Venerdì 21 Ottobre”.

Un messaggio che potrebbe essere considerato ambiguo e che, in un certo senso, minimizza l’entità della chiusura ufficiale, soprattutto perché la riapertura è stata possibile solo nel momento in cui sono state risolte le “salate” irregolarità.  Al tempo stesso, la vicenda ha suscitato nei clienti e nelle autorità locali e di settore una posizione di proattività a supporto dello storico locale, che hanno manifestato solidarietà al personale e ai titolari, tanto che il post ha ricevuto 54 commenti e 91 likes: ciò dimostra la fiducia che gli utenti nella qualità della realtà napoletana, andando oltre ai soliti clienti fidati e abituali. Un dato interessante da tenere in considerazione è come, dal giorno precedente alla chiusura, le ricerche su Google dell’Antica Pizzeria Brandi hanno registrato una crescita esponenziale, rilevando un notevole interesse a livello nazionale, con una prevalenza di utenti in Abruzzo e Campania.

A seguito della polemica, la pizzeria ha annunciato il suo ritorno a pieno regime a partire dallo scorso 31 ottobre, in occasione del ponte di Ognissanti. Nel post, i titolari hanno parlato di riammodernamento dell’impianto elettrico ed idrico, sottolineando che alcune delle notizie riportate su varie testate giornalistiche non erano altro che realtà romanzata, dovute a un mancato approfondimento della chiusura. Ma è stato davvero così? È strano pensare come la chiusura di una pizzeria nel cuore di Napoli, voluta e dovuta dall’intervento speciale di Nas e Asl, sia vista come un errore delle autorità competente che intacca la reputazione dello storico locale. C’è da chiedersi: se non fossimo a Napoli e se non stessimo parlando del luogo di nascita della pizza margherita, il sostegno e la comprensione sarebbe stato lo stesso?

Si può dunque concludere che, se il provvedimento per mancanza di igiene avesse riguardato un locale qualunque a Napoli, la notizia non avrebbe fatto il giro del mondo. In questo caso specifico, però, si è di fronte alla messa in discussione dell’attività che dal 1889 fa la storia della pizza margherita italiana: la perfetta combinazione di materie prime, maestria artigianale, esperienza e tradizione e che rappresenta il centro della gastronomia e della socialità di Napoli (e non solo), influenzando da un lato l’economia locale e dall’altro la valorizzazione delle tradizioni e dei luoghi storici napoletani.

Oggi si celebra il primo appuntamento internazionale a seguito di quello che possiamo definire un “incidente di percorso” che ha avuto delle ripercussioni sulla reputazione di uno dei simboli e dei luoghi che per antonomasia rappresenta la pizza, sarà la giornata ideale per ripartire? Certamente se c’è un valore e un asset da cui l’Antica Pizzeria Brandi non può prescindere sono i suoi estimatori che, anche durante le giornate di chiusura, non si sono mai tirati indietro nel difenderla perciò viva la Regina ed il suo regno.

17 Gennaio 2023 in Stralci del mattino.

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