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Wells Fargo: una banca in odor di cronaca nera

Il corretto posizionamento per il racconto delle performance di una banca sono evidentemente le pagine di cronaca economico finanziaria; da qualche tempo per la Wells Fargo così non è. Il dipartimento della giustizia degli Stati Uniti ha dichiarato infatti alcuni giorni fa di avere prove sufficienti per intentare una causa contro la quarta banca americana per asset: Wells Fargo, colpevole di essersi presa cura in maniera diversa delle case dei creditori insolventi che non è stato possibile vendere all’asta, discriminando in base al Paese di provenienza del proprietario. Dalle indagini è emerso che nella maggior parte dei casi le abitazioni con proprietari di origine africana o ispanica erano lasciate in stato di abbandono. Al contrario di quelle dei quartieri bianchi.
La trattazione del razzismo sui media ha sempre ottenuto larga visibilità perché è un tema che coinvolge il pubblico nel profondo e pertanto, prescindendo dall’esito della causa, difficilmente l’immagine e la reputazione di Wells Fargo “uscirà vittoriosa” da questa vicenda.
Nel frattempo Wells Fargo è coinvolta in un altro caso mediatico. Ad inizio mese i giornali di mezzo mondo hanno ripreso la storia strappalacrime dell’impiegata-modello, dipendente da 5 anni della banca Wells Fargo, licenziata quando l’Istituto ha scoperto che la donna aveva compiuto due furti, quaranta anni prima. Wells Fargo ha dichiarato che tutti i dipendenti devono avere la fedina penale immacolata, ma la donna ha origine latine e qualche dubbio sulla buona fede dell’istituto bancario potrebbe sorgere. Aspettando la sentenza del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, l’ex impiegata passa da un programma televisivo all’altro.

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