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La reputazione di Carlsberg si scioglie come il malto

“La migliore danese che riuscirete a farvi stasera, probably.” È la frase che campeggia sul cartellone pubblicitario apparso a Milano e reclamizzato da Carlsberg. Partito come un modo per creare buzz e effetto wow intorno all’iniziativa, così come era successo in passato, questa volta l’esito non è stato quello sperato: il brand è stato infatti bombardato su Facebook da commenti che lamentano la gravità del messaggio trasmesso,  ben lontano dagli standard minimi di eleganza e buon gusto che una pubblicità, seppur ironica, richiederebbe. Si tratta di una caduta di stile di un certo peso sottolineata anche dalla delegata del sindaco per le pari opportunità Francesca Zajczyk, una di quelle che può incidere sulla reputazione di un marchio, con le ovvie conseguenze del caso dal punto di vista delle vendite anche perché, siamo in un segmento di consumo molto competitivo. La concorrenza è infatti agguerrita e i confronti con altri brand legati al settore delle bevande alcoliche (leggi Ceres vedi real time marketing) non si lasciano attendere. Quante cadute di stile sono consentite prima che un marchio esaurisca le possibilità di riprendersi? C’è un confine oltre il quale non è possibile tornare indietro e recuperare i punti persi nel reputometro personale dei consumatori? Se Carlsberg vuole scoprirlo, probabilmente è sulla buona strada.

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