La secchiata d’acqua gelata, scherzo da spiaggia che impazza nelle afose giornate estive, ha cambiato radicalmente definizione dopo #IceBucketChallenge. Il gavettone violento, solitamente mal gradito da chi lo riceve, è diventato l’attività preferita da celebrità e rappresentanti istituzionali di tutto il mondo, nonché da persone comuni coinvolte con un effetto domino a inzupparsi e nominarsi in video per solidarietà. Contrariamente alle Neknomination di pochi mesi fa che invitavano a bere senza limiti, l’esibizionismo social diffusosi viralmente stavolta ha portato i frutti ad una giusta causa. Oltre 100 milioni di dollari raccolti e donati ad ALS Association, un’organizzazione no profit che combatte la sclerosi laterale amiotrofica (sla), ed un traffico sui social della portata di quasi 4 milioni di tweet in un solo mese e di oltre 2,4 milioni di video su Facebook. Nel tran tran di docce ghiacciate famose con protagonisti da Mark Zuckerberg a Lady Gaga, passando per Steven Spielberg e Bush, fino ai nostrani Matteo Renzi, Laura Pausini e Andrea Bocelli, in pochi si sono tirati indietro, dando vita ad uno spettacolo collettivo divertente e dall’attesa crescente. Chi sarà il prossimo? Obama cambierà idea e accetterà la sfida?
L’IceBucket non è solo spettacolo, ma l’ultimo fenomeno più lampante di come oggi l’indifferenza non sia più concessa e la sfida si giochi continuamente a cavallo del binomio notorietà/reputazione. Alcuni personaggi hanno accettato la sfida partecipando al video per ribadire un ruolo da comunicatore, come Renzi; altri hanno realizzato un video per spiegare perché non accettavano la nomination (il ballerino Kledi Kadiu) o sono stati bersagliati da commenti critici per una donazione considerata non all’altezza dei cachet percepiti, come accaduto a Luciana Littizzetto. Altri ancora come Papa Francesco, pur essendo lontanissimi da questo mondo, hanno sentito il piacere-dovere di commentare il fenomeno. Secondo i giudizi di alcuni opinion maker alla base dell’ultimo hashtag activism ci sono generosità, c’è il vuoto protagonismo e l’appiattimento del pensiero umano, che alle parole personali da spendere su una problematica dimenticata sostituisce la via facile e omologata di un gesto stupido; c’è il “narcisismo mascherato da altruismo“, come affermato da Arielle Pardes di Vice, e le «secchiate di ipocrisia» scaraventate da Mariangela Lamanna, vicepresidente del «Comitato 16 novembre» che raggruppa i malati di SLA nel nostro paese; c’è tanta vanità e appunto, l’impossibilità di sottrarsi al giudizio mediatico, visto che anche il Presidente degli Stati Uniti d’America ha dovuto giustificare la propria mancata adesione.
Nel web 2.0 dei social media non esistono più barriere (di gerarchia, razza, lavoro ecc.) tra gli individui e tutti sono necessariamente legati tra loro, anche chi non vorrebbe far parte del cerchio. Appena scoppia un caso d’interesse comune e dal forte livello di engagement, è inevitabile per un personaggio famoso dover manifestare una presa di posizione.
Cavalcando o fomentando risultati straordinari, dimostrabili sia in termini di fundraising (lo scorso anno nello stesso periodo del boom la cifra stazionava intorno ai 2 milioni di dollari, oggi abbiamo superato i 100 milioni), che di attenzione e sensibilizzazione verso una malattia sconosciuta ai più. Chi ha dunque corso una gara di solidarietà e chi ne ha approfittato per esercitare un po’ di personal branding? Nella classifica dei video #IceBucketChallenge più visualizzati su Youtube svetta Cristiano Ronaldo, con 21 milioni e 800 mila view che, dopo un mondiale di fischi per lui e il suo Portogallo, ha certamente sortito un effetto benefico per l’ immagine del giocatore e l’attenzione dei suoi sponsor. Ma che valore hanno i quasi 3 milioni di utenti (numeri enormi per l’Italia) che si sono soffermati sul video di Donatella Versace, un personaggio poco propenso ad esporsi in chiave pop al di fuori del contesto fashion? Anche la stilista, protagonista in genere degli ambienti dell’alta moda, ha tratto benefici sia in termini di reputation sentiment sia dal punto di vista della brand awareness, 13.000 tweet non sono uno scherzo oggigiorno.
Beneficienza per se stessi o per altri?
Il video di Massimo Gramellini rappresenta un case study emblematico. Giornalista seguito da una nicchia di fan di tv e carta stampata, ha condito di moralità l’icebucket nei modi che più lo contraddistinguono, portando on line il suo messaggio. Una performance che ha ottenuto 8 mila condivisioni su Facebook, pur essendo diversa dalle altre e caricata su un canale considerato forse più autorevole, il sito della Stampa. Ma può bastare restare asciutti e mettere in mostra l’assegno per dimostrare di non essere saliti sulla giostra acquatica? Il quesito sorge spontaneo: quale personaggio della lista che segue, secondo voi, ha contribuito e chi ha approfittato della #IceBucketChallenge?
Views | Views | Views | |||
Cristiano Ronaldo | 21.963.555 | Matteo Renzi | 193.276 | Beatrice Lorenzin | 15.612 |
Bill Gates | 19.396.308 | Andrea Agnelli | 98.543 | Checco Zalone | 10.848 |
Lady Gaga | 4.975.279 | Laura Pausini | 84.329 | Kledi Kadiu | 9.767 |
George Bush | 3.963.115 | Adriano Celentano | 51.984 | Massimo Gramellini | 9.000 |
Donatella Versace | 3.238.987 | Adriano Galliani | 38.233 | Arturo Brachetti | 4.430 |
Mark Zuckerberg | 2.011.295 | Roberto Baggio | 38.011 | Stefania Giannini | 1.353 |
Jovanotti | 487.680 | Giacomo Poretti | 35.889 | ||
Luciana Littizzetto | 453.304 | Carlo Tavecchio | 23.653 |
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