In molti abbiamo sorriso guardando i video di nostri amici o parenti, magari, ballare spensierati sulle note di “Happy” di Pharrell Williams, canzone dal motivetto accattivante e allegro che mette subito di buonumore. Pensiamo anche ai Flash Mob che sono stati una delle prime forme di viralità sulla rete o ai più recenti Harlem Shake: come succede spesso nei casi in cui un’iniziativa diventa virale e rappresenta un format replicabile all’infinito, il tutto parte da qualcuno che ha l’intuizione, l’idea originale di riprendere con una telecamera o semplicemente con uno smartphone, i suoi concittadini che ballano sulle note di Happy.
Non è la prima volta che uno “stacchetto collettivo” diventa motivo di forti condivisioni sul web e i motivi per cui succede sono molteplici: ritrovare un conoscente in uno dei video, diffonderlo per esaltare le bellezze della città rappresentata o semplicemente diffondere l’allegria e regalare un sorriso.
Guardando bene tutti i video di “Happyfrom…“, che presentano tutti la stessa grafica, la stessa tecnica di ripresa, lo stesso stile di montaggio: è evidente che tutta questa viralità sia stata pensata, organizzata e gestita da qualcuno. Oltre a rimanere, a margine, una potenziale bellissima trovata di Digital PR per la promozione turistica di una qualsiasi località attraverso le sue attrazioni e i sorrisi dei cittadini. A maggior ragione, molti dei video sono stati prodotti in modo professionale da studi di video making anche abbastanza grandi.
Certamente, perché #Happy , #Happyday, #Happyfrom sono hashtag che fanno parte della campagna 24hoursofhappiness di cui si sono fatti portavoce, in ultimo, la Fondazione delle Nazioni Unite e il cantante e produttore Pharrell Williams per la Giornata Internazionale della Felicità del 20 Marzo scorso. Tutta questa mobilitazione per i video girati in ogni angolo del mondo, che ritraggono persone felici e sorridenti mentre ballano spensierate, sono l’omaggio di ognuno di noi alla felicità, ma anche alla causa umanitaria dell’ONU per la raccolta fondi per le emergenze umanitarie.
E’ un rarissimo caso in cui una causa umanitaria viene promossa al pubblico attraverso un concetto diametralmente opposto: tutta la campagna mostra la gioia e la vitalità di popoli benestanti in città abbastanza ricche, e lascia un poco indietro la percezione della reale vocazione della campagna volta alla raccolta fondi per persone che in molti casi non hanno nemmeno internet. E’ sicuramente un modo innovativo, dirompente e anche un po’ controverso di affrontare la questione, che alla fine è stata interamente rivelata soltanto il 20 Marzo stesso, con un lungo intervento di 12 minuti in cui Pharrell invita tutti a contribuire con una donazione, dopo essersi diveriti a girare e a guardare i video. Il video di call to action è stato diffuso sul canale I AM OTHER di Pharrell, un collettore di iniziative e punti di vista di pensatori, artisti e innovatori che celebra le persone creative e le cause di ogni tipo, mettendo in primo piano coloro che costruiscono cultura globale.
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L’iniziativa che utilizza la canzone di Pharrell in realtà è stata lanciata dai due creativi francesi Julie Fersing et Loïc Fontaine, di Nantes, che hanno ritenuto la canzone “Happy” portatrice di un messaggio positivo universale condivisibile da tutti e a fine 2013 hanno iniziato a pensare ad un format da proporre al pubblico per stimolare la partecipazione e raggruppare tutti i contenuti su un’unica piattaforma che attualmente contiene quasi 850 video da 97 Paesi in tutto il mondo.
Successivamente i video migliori sono stati selezionati e pubblicati sul sito 24hoursofhappiness.com, in cui per la prima volta compare l’egida ufficiale delle Nazioni Unite. I video sono stati raggruppati e cuciti, con un sito web all’avanguardia per tecnologia e concept, in un unico lungo e divertentissimo video della durata di 24 ore, che è stato curato da Clément Durou e Pierre Dupaquier , pionieri dell’intero movimento #Happyfrom con “We are from LA“ , il video più lungo del mondo con la registrazione di 24 ore che è stato prodotto e diffuso sempre a fine 2013.
Nella campagna #Happy manca qualsiasi accentramento della distribuzione di contenuti: ogni utente può arrivare da un punto diverso e leggere l’iniziativa come gli suggerisce il suo istinto. Da un lato questo rappresenta anche una pecca della campagna, perché non tutti si saranno accorti della doppia valenza, umanitaria oltre che di intrattenimento, nascosta forse troppo bene dietro i video estremamente positivi e allegri.
Parlando del successo dell’iniziativa nella sua veste finale, quella rappresentata da Pharrell Williams e dalla Fondazione delle Nazioni Unite, i video raccolti prima della Giornata della Felicità sono 1300, durante le prime 40 ore a partire dalla mezzanotte (a fusi orari unificati) del 20 Marzo sono stati contati più di 70mila tweet contenenti gli hashtag della campagna con un pubblico di più di 200 milioni di persone in tutto il mondo, milioni di foto su instagram e centinaia di migliaia di visualizzazioni per ogni video.
Senza contare che in Paesi come l’Italia la gioia di “Happy” si sta diffondendo tuttora in moltissime città dimostrando che il popolo italiano è in grado di sorridere sempre, immerso in scenari architettonici unici, con il mare e il sole di sfondo: non solo nella Giornata Internazionale della Felicità.
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