L’Automobil Club tedesco falsifica il Concorso Auto dell’Anno e la reputazione del premio crolla
A volte la partecipazione dei sostenitori alle iniziative di una pur potente associazione non è proprio data per scontata: così il più grande club automobilistico tedesco, l’ ADAC, corrispettivo della nostrana ACI, ha gonfiato un po’ le cifre dei partecipanti al sondaggio per proclamare l’auto vincitrice del Concorso per l’Auto dell’anno. Il concorso vede il conferimento del prestigioso premio “Angelo Giallo”, indetto dall’ADAC stesso e proclamato attraverso la rivista Motorwelt, che conta una diffusione in 16 milioni di copie a fronte dei 19 milioni di iscritti all’Automobil Club.
Una brama di numeri e di cifre importanti, che faceva impallidire anche le ambizioni più legittime con un risultato di poco più di 3mila votanti su un bacino così vasto di potenziali partecipanti. L’automobile vincente, la Volkswagen Golf, si è comunque piazzata in cima alla classifica: però, invece di 34299 voti come dichiarato dall’ADAC, ad un controllo approfondito si sono rivelati approssimativamente cento volte di meno i voti elargiti all’auto simbolo di potenza tedesca.
L’ADAC è corsa immediatamente ai ripari esigendo le dimissioni del direttore responsabile della comunicazione Michael Ramstetter che si è preso la responsabilità dell’accaduto scusandosi per il comportamento scorretto, dichiarando di essere l’unico a conoscenza dei fatti, mentre il presidente del club Karl Obermair ha tenuto a precisare che “solo i dati” erano gonfiati e non l’effettivo esito del concorso.
Ma, come in una democrazia in cui si reca alle urne meno dell’ 1% degli aventi diritto, si può dire che l’esito del concorso sia davvero rappresentativo della scelta dei consumatori sull’auto vincente?
L’ADAC ha un enorme potere di influenza sulle decisioni d’acquisto nel settore automobilistico, e a ben vedere una cifra così irrisoria di votanti, oltre a essere difficilmente rappresentativa della scelta dei restanti 18996591 iscritti all’associazione, non rende sicuramente orgogliosi i vertici dell’ADAC. Con una reputazione di ferro da difendere, hanno ritenuto tanto meglio falsificare i dati piuttosto che ammettere la debolezza della loro presa sul pubblico.
Come risultato la maggior parte dei tedeschi ha dichiarato di non avere più fiducia dell’Automobil Club, secondo un sondaggio di BILD il 60% degli intervistati ritiene che la reputazione dell’ADAC abbia fortemente risentito dello scandalo.
Da parte sua, Volkswagen prende le distanze dall’accaduto e dichiara che non intende fregiarsi del riconoscimento truffaldino nell’albo dei suoi premi né a scopo promozionale per la Golf. Scelta che probabilmente in campo pubblicitario frutterà ancora meglio.