Sempre più attualità, news making, liveblogging. Sembra questa la direzione presa da Twitter per competere con Facebook e Google+ nella battaglia dei social. Il suo ultimo progetto, le Hashtag Pages, vanno proprio in questa direzione: fornire uno spazio comune, personalizzato e indicizzato, per fare liveblogging.
Ad un mese dal lancio delle Hashtag Pages, di cui si è abbondantemente parlato in Rete, c’è ancora molto mistero intorno a questo interessante strumento creato dagli sviluppatori della popolare piattaforma di microblogging. Per conoscerle più approfonditamente, è sufficiente farsi un giro sul web, un po’ ovunque abbondano spiegazioni e commenti sul loro funzionamento. Non è ancora però ben chiaro se le nuove pagine saranno disponibili a richiesta per aziende e privati, o se vengono create solo per eventi con grande riscontro mediatico o di particolare utilità sociale.
Quello che invece si sa è che Twitter ha deciso, prima ancora di comunicare se e come sarà possibile per tutti utilizzare questi strumenti, che per evitare usi impropri degli hashtag, come accaduto più volte nel recente passato con il loro abuso da parte di alcune aziende, non tutti i tweet pubblicati con l’hashtag dedicato compariranno sulla relativa hastag page, ma solamente quelli che verranno giudicati rilevanti o interessanti. Da chi? Dagli ormai noti algoritmi esperti in semantica e in grado di comprendere la rilevanza del tweet ma anche (e questa è la novità) da persone in carne ed ossa che si occuperanno di setacciare il flusso di tweet alla ricerca di eventuali contenuti non rilevanti. Veri e propri editor che si occupano di “curare” l’hashtag page per renderla il più coinvolgente possibile. Sarà sostenibile questa impostazione quando le hashtag page saranno di pubblico utilizzo? Il problema della rilevanza per Twitter è molto sentito, spesso infatti campagne di utilità sociale (e in alcuni casi campagne di digital PR) vedono svanire la loro utilità a causa di utilizzi impropri degli hashtag.
Vedremo se, e come, questo strumento potrà essere sfruttato dai brand, la prima impressione è che si candidi a diventare un ottimo canale per la comunicazione istantanea durante gli eventi, un unico aggregatore (vedremo se personalizzabile da aziende e istituizioni) da cui è possibile seguire un live blogging collettivo.