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Sei proprio sicuro che ti abbiano curato bene?

Sui muri di alcune città italiane imperversano immagini promozionali di grandi dimensioni che sottolineano i rischi possibili per chi si sottopone a visite o interventi chirurgici nelle strutture sanitarie italiane. “Sei proprio sicuro che ti abbiano curato bene?” recita un cartellone promosso da Partelesa, un Gruppo Italiano dei Professionisti del Risarcimento Danni dove, in un ecografia del torace, si nota un enorme paio di forbici dimenticate da qualche medico negligente. E ancora “Bomba Sexy? Protesi cancerogene difettose e interventi male eseguiti”, recita un adv di Periplo Familiare (associazione per le vittime di errori sanitari) dove, un ordigno è applicato al reggiseno di una donna. Comunicazioni che, sfruttando il filone della malasanità, della malapractice e delle paure connaturate nei pazienti che si devono sottoporre ad un intervento, garantiscono facili guadagni alle società di risarcimento danni e contribuiscono alla costruzione di una reputazione aziendale che scredita quella altrui. Gian Antonio Stella dalle pagine de Il Corriere della Sera definisce queste comunicazioni: “pubblicità terroristiche” e si interroga sui motivi per cui l’Ordine dei Medici, notoriamente attivo nella tutela della categoria, non intervenga a riguardo.

 

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