1,4 miliardi di euro investiti in sponsorizzazioni sportive solo nel 2011, pari a circa un terzo del proprio fatturato. Sono numeri che danno una chiara fotografia della strategia adottata da Red Bull per promuovere il proprio brand a livello mondiale. Auto, calcio, moto, go-kart, Kite ma soprattutto interesse per gli sport estremi, hanno permesso all’azienda austriaca di associare la propria immagine a eventi sportivi, spesso “no limits” e ad alto tasso adrenalinico, ottenendo dai tanti successi un ritorno in termini di notorietà e di reputazione. Nella formula Uno, a fronte di un investimento importante pari a circa 200 milioni di euro a stagione, la scuderia Red Bull Racing e il suo pilota di punta Sebastian Vettel hanno conquistato il podio nelle ultime due edizioni e attualmente guidano il mondiale. Oltre ad aver fatto conoscere il brand in ogni parte del mondo, i risultati ottenuti hanno permesso all’azienda austriaca di essere paragonata e confrontata a marchi importanti come Ferrari e Mercedes.
Se nel dna di Red Bull il rischio è un elemento fondamentale, i manager dell’azienda hanno superato ogni limite sponsorizzando recentemente uno degli eventi considerati tra i più straordinari che un uomo abbia mai compiuto. Il 14 ottobre, dopo vari rinvii, Felix Baumgartner si è lanciato in caduta libera con una tuta pressurizzata da un’altezza di 39 km, superando così il muro del suono. Dopo momenti di forte tensione Felix ha portato a termine con successo l’impresa passando alla storia e portando con sé il marchio Red Bull. Ogni record è stato battuto e non solo sportivo: secondo le stime della Gazzetta dello Sport l’evento è costato alla Red Bull circa 50 milioni di dollari, un investimento importante, ma contenuto se rapportato ai risultati ottenuti. L’azienda ha postato sul proprio canale YouTube il lancio in diretta e l’impresa è stata seguita da oltre 8 milioni di utenti. I media di tutto il mondo ne hanno parlato e su twitter l’hashtag #redbullstratos è stato tra i trending topic mondiali. In Italia ne ha dato testimonianza il canale del gruppo Mediaset, Italia 2, con ascolti da record: share del 4,90% con 867.000 spettatori sintonizzati.
Un primo aspetto che i manager hanno dovuto affrontare nella scelta di sponsorizzare un evento di questa portata è quello dell’equilibrio tra notorietà e reputazione. Erano chiari i vantaggi in termini di brand awareness, ma cosa sarebbe accaduto in caso di insuccesso o di grave incidente ai danni dell’atleta? Che impatto avrebbe avuto sull’immagine e sulla reputazione dell’azienda? Difficile prevederlo perché il fatto fortunatamente non si è verificato ma un esempio analogo, che purtroppo è costato la vita all’uomo alato Patrick De Gayardon, ha coinvolto alcuni anni fa la Sector. De Gayardon faceva parte del “No Limits Sector Team” e nel 1998, durante un lancio di prova alle Hawaii, è stato vittima di un incidente mortale. Analizzando la rassegna stampa di quegli anni si evince come l’incidente mortale non abbia ottenuto ricadute significative sull’immagine della Sector ma con lui, forse, è terminata la filosofia del “no limits”. Dopo il tragico incidente le principali testate hanno celebrato il grande atleta con speciali dedicati. In particolare ricordiamo la quarta di copertina della Gazzetta dello Sport: “Ci sono uomini che con le loro invenzioni hanno cambiato il nostro modo di vivere. Altri, quello di sognare.”
La Sector, inoltre, in occasione del decennale della morte ha reso omaggio a De Gayardon con un video tributo all’uomo alato che “ha speso la sua esistenza alla ricerca dei limiti umani, spostandoli sempre più lontano.. “.
Sicuramente per la Red Bull il lancio di Felix Baumgartner non sarà l’ultima impresa estrema da sponsorizzare, considerando il successo raggiunto con quest’ultimo evento.
Ma anche il fatturato ha messo le ali? Nel 2011 il giro d’affari ha toccato quota 4,25 miliardi di euro. Dopo il lancio di Felix Baumgartner attendiamo i risultati del 2012 e in particolare dell’ultimo trimestre per capire se le scelte estreme premiano anche le vendite.
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