Quando lo storytelling fallisce: il Cimitero dei Lupi di Livorno ritorna cupo e silenzioso
È di alcuni giorni fa la notizia “della rivolta” dei frequentatori del Cimitero comunale dei Lupi di Livorno contro l’impianto stereo che faceva capolino tra le tombe. Stando a quanto dichiarato dal Corriere della Sera, infatti, il Comune di Livorno, avrebbe acquistato alla cifra di 1750 euro un impianto stereo per “far per abbellire, sullo stile francese, il cupo cimitero e renderlo sempre più parco”. Ma, dopo le pressanti proteste, l’ultima sinfonia cimiteriale è andata appunto in scena giovedì 14 febbraio.
Alcuni cittadini livornesi non avrebbero apprezzato la scelta della musiche trasmesse, perché considerate eccessivamente cupe e fuori luogo. Come ha raccontato il Corriere della Sera, infatti,: “Oltre a Beethoven, il carnet funebre prevedeva Mozart, con la Messa da Requiem o le arie cupe del Don Giovanni , e Verdi con il Requiem. E ancora le melodie funebri di Chopin, Ponchielli. Persino la colonna sonora di Schindler’s List e anche, come riporta il Tirreno, l’imbarazzante “Clair de Lune” di Claude Debussy; note straordinarie e pure intonate alle circostanze, per carità, ma utilizzate come colonna sonora dalla saga vampiresca di Twilight”.
Analizzando la vicenda da un punto di vista PR, si potrebbe apprezzare il tentativo del Comune di Livorno di “costruire un racconto” intorno al Cimitero dei Lupi, introducendo qualche elemento di novità in grado di attrarre qualche visitatore in più a Livorno. Guardando all’estero del resto, “il business dei luoghi sacri” incide sempre più sul turismo di una città. In Inghilterra, ad esempio, i comuni stanno trasformando i cimiteri in luoghi curati e luminosi, dove è possibile passeggiare in totale tranquillità, ma non necessariamente con animo triste. A New York, invece, dove il giro dei cimiteri sembra essersi trasformato in un importante trend turistico, il direttore di un cimitero di Brooklyn ha addirittura trasformato il proprio posto di lavoro in un museo a cielo aperto, ospitando più di 300 opere. Peccato, dunque, per la rimozione dell’impianto audio e per il tentativo fallito di storytelling, considerando che anche Trip Advisor stila la Top 10 dei luoghi sacri da visitare in Europa …