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Non c’è due senza tre: la maledizione della Carnival Cruise prosegue

Non c’è due senza tre, si potrebbe dire. La cattiva sorte sembra infatti essersi abbattuta sul gruppo Carnival Cruise Line, il colosso americano delle crociere, capofila di Costa che, alcuni giorni fa, è stato vittima di un terzo incidente che ha coinvolto la Legend: uno dei bastimenti di punta del gruppo americano. Ennesimo infortunio, che ha interrotto prematuramente le vacanze di oltre temila passeggeri, e che ha reso particolarmente complesso riabilitare la reputazione della Carnival Lines, salvaguardandone l’immagine e la business continuity. Come giustificare infatti, nel giro di meno di un mese, tre incidenti che hanno visto prima scoppiare un incendio a bordo della Triumph, poi l’improvviso blocco di un motore a uno dei generatori di bordo della Carnival Dream e, infine, la riduzione della velocità della Carnival Legend a causa di un problema tecnico … Tre crisi particolarmente critiche da gestire, il cui management è stato sicuramente condizionato dallo storytelling dei principali media. FOX News, ad esempio, ha parlato di un vero e proprio incubo per la Carnival Cruise. Ma esaminando i numerosi messaggi di sdegno che ancora campeggiano sul profilo twitter dell’azienda, probabilmente, qualcosa nella gestione della crisi da parte dei consulenti di comunicazione è andato storto. Considerando che, numerose case history di Crisis Management, insegnano proprio che il pubblico è più propenso a giudicare (e a perdonare) un’azienda dal modo in cui ha saputo gestire una crisi, rispetto a condannarla per il fatto in sé.

Al momento, quello che sembrerebbe mancare, è una descrizione chiara e approfondita della dinamica degli incidenti. Parlando della Carnival Triumph, ad esempio, com’è stato possibile che l’incendio si è propagato così velocemente all’interno del bastimento? Gli ultimi statement ufficiali rilasciati dall’azienda, pur esprimendo un formale “We Apologise” per gli sfortunati vacanzieri, e descrivendo con dovizia di particolari le procedure di recupero dei passeggeri e dell’equipaggio, mancano di una vera e propria analisi tecnica sulle cause all’origine degli infortuni.
Ma per condividere con il pubblico questo genere di informazioni, come sappiamo tutti, devono passare molti mesi, in alcuni casi anni, scadenzati da processi che allungheranno inevitabilmente la coda mediatica del crisis.

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