Mute come un pesce
La violenza e la crudeltà nei confronti degli animali è un fenomeno diffuso. Ogni tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo fatto è assolutamente rimarcabile, ma è bene trattare l’argomento con la dovuta sensibilità e cautela per evitare che la comunicazione si trasformi in un boomerang e la propria reputazione possa essere compromessa, come potrebbe accadere a Peta. L’associazione degli animalisti ha lanciato da poco una campagna dal titolo “Alcune grida non possono essere sentite” contro il consumo di pesce. Nel video dell’iniziativa, però, le immagini delle urla di donne picchiate o violentate vengano accostate all’urlo silenzioso di un pesce in una cucina. Con questo spot Peta propone un parallelismo verso la crudeltà che c’è a monte di una violenza sulle donne con il mangiar pesce … se vero è che il mare delle crudeltà è di per se indefinito andrebbe ridefinita anche la sensibilità con cui si affrontano determinate tematiche sociali. In alcuni casi forzare la mano perché una campagna proponga contenuti mediaticamente appeal risulta operazione appunto “forzosa” con le conseguenze del caso in termini di reputation