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Lavoro e comunicazione: attenti a quei due …

“La cosa più creativa che ho fatto è stata trovare un lavoro” … una frase indubbiamente ad effetto che, Matteo Nardi, aggiungerà alla propria autobiografia se i suoi sogni si realizzeranno. Il 15 marzo, infatti, il 22enne aspirante stilista ma falegname per necessità, si è svegliato di prima mattina e ha appeso ai cancelli della Diesel nel Vicentino uno striscione con su scritto: “Renzo Rosso per piacere fammi lavorare alla Diesel. Sono tuo amico su Facebook”. Un modo alternativo per dare un taglio al passato e cambiar vita. Un’affissione home made molto mirata che ha attirato l’attenzione di Renzo Rosso che, intervistato dal Corriere del Veneto, ha dichiarato: “L’ho trovato molto simpatico […] Fa piacere che i giovani ci provino in qualunque modo. Sicuramente gli farò un colloquio con il mio ufficio risorse umane”. La cronaca di un successo annunciato in perfetto stile american dream, con lo storytelling del self made man che, dalla bottega del falegname, attira l’attenzione del patron di un’azienda da 1.500 milioni. Un’azione che potremmo definire di guerilla appealing per i media, soprattutto di questi tempi, perché coinvolge un tema sensibile come il lavoro, un’azienda nota come la Diesel e Renzo Rosso: un professionista riconosciuto in tutto il mondo, ma anche un “uomo da copertina”, fermo sostenitore di una comunicazione innovativa e provocatoria.

Del resto, che il lavoro (soprattutto quello giovanile) stia entrando “prepotentemente” nella comunicazione è un dato di fatto, e forse l’affissione di Matteo Nardi sarà apprezzata anche dal Ministro Fornero che con il suo choosy tormentone ha riempito le cronache dell’ultimo anno, mediaticamente parlando.
Il tema è ad altissima sensibilità sociale e mediatica, e le aziende per arricchire la propria reputazione puntano proprio su questo diritto inalienabile, con campagne PR e iniziative di comunicazione. Lo sa bene Benetton che, con Unemployeed of the Year (un concorso di idee per i giovani senza lavoro finalizzato a finanziare nuovi progetti artistici e sociali), si è guadagnata l’attenzione della stampa nazionale ed internazionale. Lo scorso anno, infatti, i riflettori dei principali quotidiani erano tutti puntati sull’azienda di Ponzano Veneto che, da Londra, ha promesso di distribuire 500mila euro a cento progetti lanciati da giovani senza lavoro, con la Rete come unico giudice. Lo sa anche Telecom Italia che con Changemakers ha individuato i 10 migliori progetti digitali per risolvere importanti questioni sociale e ambientali.

Ma il tema “lavoro” è anche un’arma a doppio taglio, che potrebbe aprire fronti polemici per l’azienda. Ed è proprio quello che è accaduto McDonalds con gli spot dello scorso gennaio, che invece di far guardare la catena di fast food con occhi diversi, sono stati ampiamente criticati dai sindacati, generando un vespaio. La campagna ha sicuramente raggiunto i risultati prefissati in termini di awareness, ma avrà anche impattato in modo positivo sulla reputazione del brand? Risultato più o meno simile anche per Coop che, lo scorso novembre, ha ricevuto una lettera di denuncia da parte di alcune lavoratrici che, stanche di essere rappresentate negli spot Coop come sorridenti e felici, hanno denunciato le precarie condizioni lavorative.
Parlare di lavoro, quindi, è indubbiamente “time to market”, ma sempre con la dovuta attenzione perché l’effetto boomerang è dietro l’angolo …

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