In Islanda nel 2010 l’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull ha intimorito molti vacanzieri che hanno preferito trascorrere altrove le proprie ferie, determinando un calo del turismo del 22% rispetto all’anno precedente.
Per attirare nuove presenze, nel Giugno del 2010, il Governo Islandese ha lanciato una campagna dal titolo “Inspired by Iceland” che, attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini e la diffusione di notizie più veritiere sulle condizioni del Paese, mirava a sfatare alcuni allarmismi creati dopo l’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull.
Nello specifico, il 3 Giugno 2010, in quella che è stata chiamata la “Iceland Hour” il paese si è fermato e 320 mila abitanti si sono collegati al web, alla pagina Fb e a twitter, inviando messaggi e racconti sui posti più amati del proprio Paese, i cibi preferiti e le principali attrazioni. Molti nomi importanti del mondo della musica e dello spettacolo, tra cui anche Yoko Ono e Eric Clapton, hanno supportato la campagna.
I risultati estremamente soddisfacenti (22,5 milioni di storie raccontate da tutto il mondo e una ripresa del 27% del flusso turistico rispetto alle previsioni) hanno portato il Governo a replicare l’iniziativa l’anno successivo.
Nel 2011 i cittadini dell’isola artica sono stati reclutati per ospitare nelle proprie case i turisti in visita. Candidare la propria abitazione era molto semplice: per regalare al turista in visita un’esperienza indimenticabile bastava postare il proprio invito e l’indirizzo di casa sul sito web della campagna. Per incoraggiare i concittadini a fare lo stesso, il primo invito è arrivato dal Presidente Olafur Ragnar Grimsson. L’intraprendenza e la disponibilità degli islandesi, un’indovinata attività di PR e di social media e il passaparola sono stati decisivi e hanno premiato il Governo: nell’inverno del 2011 il turismo è aumentato del 17%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Inspired by Iceland” ha ottenuto un’ampia visibilità ed è stata ripresa da importanti televisioni e testate giornalistiche: CNN, CNBC, BBC, Huffington Post, The Times e Metro.
La forza di questa campagna, il cui elemento chiave è l’utilizzo delle persone come “media”, è sicuramente la partecipazione dei cittadini islandesi che il Governo è riuscito a catalizzare, usando al meglio le potenzialità della Rete e dei social network. Una prova di forza che dimostra l’impegno di un Governo e di un’intera nazione in difesa di una reputazione messa in discussione da falsi allarmismi. Quale turista, infatti, non vorrebbe visitare un paese straniero senza sentirsi “solo” un turista? Come non credere a una storia “vera” raccontata da una persona “vera” che ti sta ospitando a casa sua e ti consiglia su quanto c’è di meglio nel suo paese?
Difficile non chiedersi come agirebbe il Governo italiano di fronte a un analoga crisi, ma soprattutto come risponderemmo noi italiani a un invito ad aprire le porte delle nostre case. Certo, pensando agli ultimi contributi per promuovere il turismo nel nostro paese (come dimenticare lo spot di Rutelli “Please visit Italy” – o quello di Berlusconi “Magic Italy” – che, ignorando le nostre splendide montagne, scatenò l’ira degli albergatori trentini?), qualche dubbio ci sovviene. Speriamo solo che l’Etna e il Vesuvio non si risveglino per qualche altro centinaio d’anni.