Buranovo, anonimo villaggio della Russia rurale alle prese con un forte processo di spopolamento in atto, assurge improvvisamente agli onori della cronaca internazionale, e all’attenzione della politica grazie all’iniziativa –ben comunicata-  di un gruppo musicale formato da sei vecchiette. E rinasce grazie a finanziamenti prima del tutto inaspettati.

A spingere le Nonne di Buranovo –così si chiama la band- verso la tardiva carriera canora sarebbe stata la necessità di reperire fondi per la costruzione di una Chiesa nel villaggio, la prima dalla caduta del regime comunista, e più in generale la volontà di far sopravvivere questo piccolo nucleo urbano, che conta 750 abitanti, e che non era in grado di trattenere i giovani.
E così  le Nonne di Buranovo –già piuttosto note in Russia per aver cantato in “stile popolare” le pietre miliari del rock russo-, decidono di partecipare all’Eurovision Song Contest –forse il più importante  festival di musica leggera d’Europa- e si trasformano in un fenomeno musicale planetario, in grado di richiamare l’attenzione di giornalisti, giunti da ogni Paese per intervistarle, sulla comunità di Buranovo.

E d’altra parte come non amarle? Sul palco dell’Eurofestival si esibiscono vestite di tutto punto con gli abiti tradizionali della Repubblica di Udmurtia, in un pezzo dance  completamente cantato in dialetto udmurt, una lingua finnica parlata da meno di 300mila persone nel mondo e dichiarata dall’Unesco “in pericolo”, ma con un furbissimo ritornello in inglese  “C’mon and dance, c’mon and dance bum bum” che rende subito orecchiabile il pezzo.
Un’astuzia che lascia qualche perplessità circa la paternità dell’iniziativa –che sembrerebbe progettata a uso e consumo della stampa, più che nata dalla felice intuizione di sei “ragazze vintage”- ma che non toglie alcun merito a chi l’ha ideata: dimostrazione ulteriore di come una buona idea, ben costruita e comunicata, possa non solo agire sulla notorietà e sulla reputazione di un soggetto –in questo caso di un piccolo paese della campagna russa-, ma anche generare importanti ritorni economici a fronte di investimenti minimi.

Gli ingredienti per il successo mediatico d’altra parte c’erano tutti: delle testimonial credibili ed estremamente amabili (chi, guardandole, non ha pensato per un attimo alla propria nonna?), una bella storia da raccontare e una lingua, quella della musica, che supera ogni confine nazionale. Senza dimenticare il “fattore età” delle protagoniste che, in una società sempre più over 60, rappresenta sicuramente un elemento importante, come ben sanno gli esperti di marketing, sempre più attenti a questo particolare segmento di consumatori.

Ed infatti l’esibizione delle Nonne di Buranovo non solo è arrivata seconda all’Eurovision Song Contest ma ha anche superato, in pochi mesi, il traguardo delle otto milioni di visualizzazioni su  YouTube.
Ma oltre alla fama, le “nonne canterine” hanno saputo raggiungere anche importanti risultati sul piano politico ed economico con l’arrivo di finanziamenti per lo sviluppo del paesino da parte del governo russo e di piani dell’amministrazione locale per la creazione di tour guidati nelle case di queste “dive d’altri tempi”.[youtube_sc url=”http://youtu.be/WKNRGc71hjc” width=”500″]

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