Dicembre, un mese importante per alcune mete turistiche, con l’Egitto giustamente in prima linea per cercare di promuovere le proprie spiagge ma anche i suoi percorsi culturali di rara bellezza e maestosità.
Agli onori della cronaca in questo impensabile e infausto 2011, per l’intera area dei paesi nordafricani, c’è stata, e vi è tuttora, un moto di protesta popolare al trentennale regime del presidente Hosni Mubarak. All’interno di uno scenario evidentemente al di fuori dell’ordinario la gestione delle attività di comunicazione, da parte dell’ente per la promozione turistica egiziana, ha dovuto fare gli straordinari con l’obiettivo non dichiarato di “salvare il salvabile”. Non è questo il luogo in cui fare sharing di giudizi, ma è opportuno raccogliere pensieri, analisi, insight per approfondire la partita sulla comunicazione 2011-12 dell’ Egyptian Tourist Authority.
Negli stessi giorni in cui la popolazione scendeva in piazza e i media di mezzo mondo trasmettevano immagini in alcuni casi raccapriccianti di violenti scontri, dal punto di vista del reputation management ha avuto senso pianificare la pur interessante campagna di pubblicità?
Per una volta una campagna pubblicitaria ha aperto le danze, è arrivata prima della notizia, creando un vero e proprio effetto di discomunicazione, una discrasia temporale. E’ incredibile ma il copy ha evidentemente avuto le “premunizioni”, l’ufficio stampa si è adeguato e la regia della comunicazione si è probabilmente persa, se è vero come è vero, che l’Ente del Turismo Egiziano in collaborazione con Egyptair e Misr Travel Italia hanno ospitato una delegazione di giornalisti e operatori in Egitto. La delegazione, nata per testimoniare la sicurezza e l’assoluta normalità della vita quotidiana è stata guidata dai rispettivi rappresentanti Mohamad Al Gabbar, Wael Kadry e Mohamed Kattan e ha approfondito la conoscenza dei luoghi culto di un Paese tra i più noti al mondo per la sua ricchezza archeologica, oggetto del turismo internazionale.
Organizzare press trip e attività di sensibilizzazione verso una meta turistica sono operazioni del tutto corrette se inquadrate in un’ottica di crisis communication e di reputation management. Non dunque con l’obiettivo, come apprendiamo da un comunicato stampa, di convincere i propri interlocutori a “testimoniare l’assoluta normalità della vita quotidiana e sicurezza”.
La pianificazione della campagna di comunicazione prosegue tutt’ora incurante delle immagini che ancora oggi a giorni alterni appaiono in TV ed è infatti del Corriere della Sera del 22 e del 23 novembre 2011 la declinazione stampa del messaggio “una nuova era ha inizio”.
In realtà la probabilità che queste siano iniziative semplicemente tattiche è molto alta e quindi ne comprendo la natura, anche se colgo una possibile sottovalutazione delle eventuali attività virali che possono essere scatenate sui social media laddove qualche turista o detrattore decidesse di dare evidenza ai tactics sotto forma di rivisitazione nei contenuti capaci di irridere il soggetto della campagna: lo meriterebbe l’Egitto e il bravo copy? Personalmente credo di no, ma la rete è un opensource di neuroni che non vedono l’ora di partecipare.