L’inno di Mameli sarà ricamato a mano all’interno dei capispalla delle divise olimpioniche di Londra 2012.
Così ha voluto Re Giorgio e così è (se vi pare) commenterebbe Pirandello con gestualità appena aristocratica. Perché alla corte del Re ogni cosa è al suo posto, sempre. Ad occhio acerbo potrebbe sembrare una sorta di elegante casualità, come se quell’ordine regale conoscesse solo quella modalità per manifestarsi. Bonum est diffusivum sui. Ma l’occhio più attento sa sempre delimitare i confini della casualità. E chi ha frequentato la corte dei re sa bene che nulla viene lasciato al caso. Gli atleti italiani di Londra 2012 hanno avuto dunque un ruolo da protagonisti nel gran finale della sfilata Emporio Armani Spring Summer 2013. Ci è sembrato un meltin’pot sofisticato e ricercato, una sfida ad individuare i parallelismi invisibili tra moda e sport. Trench, caban, giacche in Principe di Galles che sfiorandosi discrete nel movimento accentuano le tonalità di nuance sapienti, che il Re non allontana mai troppo dalle tinte naturali. Capi che danno valore all’uomo e non uomini che danno valore ai capi, in una rivoluzione copernicana che la moda ha fatto sua e che rende quasi impossibile approdare al nuovo, avanzare nel concetto stesso di eleganza. Tranne quando torni all’essenziale e nella ricerca esplori l’arte, nella sua accezione originaria, arte come suscitare. L’arte come quella cosa che innanzi tutto suscita.

E poi lo sport, irrompe sfacciato in passerella e traduce la moda in abilità, l’estro in prestazione. E i parallelismi si affacciano coinvolgenti: immaginiamo i colori azzurri e sfumati della piscina olimpionica che accarezzano l’atleta che con una postura perfetta fa dell’acqua il suo habitat naturale. Un fermo immagine nel nostro pensiero inquadra il viso che cerca la superficie per catturare un po’ d’aria e portarla con sé, senza quasi spostare l’acqua. Qualcosa di molto vicino alla perfezione. Gli sport continuano ad affacciarsi in passerella e questa volta ci ritroviamo ad immaginare la danza composta della scherma, la leggerezza di movimenti sicuri, morbidi e spigolosi. E le associazioni chiamano associazioni e ci sembra di vedere lenzuola grandi, bianchissime, stese al sole di Pantelleria, profumate di fichi, lavanda e mandarino che ondeggiano al vento coprendo e scoprendo il sole.
E ancora una volta ci chiediamo se il tempo si è fermato, se tutto questo possa mai essere attribuito al caso… E torniamo a quell’inno ricamato a mano ad impreziosire capi speciali per uomini e donne speciali. Il caso non c’è, è scappato dal castello, non trovava posto in quell’ordine elegante e suggestivo che, ‘seppur possa sembrare casuale, non apparirà mai trasandato’ (Giorgio Armani, intervisto a Pantelleria).

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