Adriano Celentano è stato l’ospite più atteso del Festival di San Remo e ha coinvolto il pubblico del Festival della Canzone Italiana in lunghi monologhi sulla Chiesa, i giornali, la politica e l’economia del Bel Paese.
“Non sopporto preti e frati che nelle loro omelie non parlano mai di Dio” e ancora “testate importanti come l’Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiuse definitivamente, si occupano di politica invece che parlare di Dio”. Il Cantante ha criticato la Consulta, colpevole di non aver fatto passare due referendum sulla riforma elettorale.
Le reazioni del Direttore dell’Avvenire e del segretario della Federazione Nazionale della Stampa non si sono fatte attendere. Entrambi hanno  liquidato le accuse del Molleggiato con un laconico “per fortuna che i giornali non dipendono da Celentano”.

La prima serata ottiene 12 milioni e 762 mila telespettatori con il 49,60% di share, ma Lorenza Lei (Direttore Generale della Rai) decide di “commissariare” il festival, inviando il vicedirettore generale per l’ offerta, Antonio Marano, a coordinare con potere di intervento i lavori del Festival. Anche il presidente Rai, Paolo Garimberti, si dissocia totalmente dalla esibizione del Molleggiato, non rispettoso della libertà di espressione.
Celentano torna sul palco sabato sera, argomentando (in parte) le sue precedenti affermazioni su Avvenire e Famiglia Cristiana.
In Rai le prime reazioni al Secondo Monologo sono discordanti: il direttore generale Lei avrebbe apprezzato, il presidente Garimberti un po’meno, nonostante l’altissimo share.

Marco Travaglio, ospite di Linea Notte, contesta le dichiarazioni del cantante sulla stampa cattolica perché non rispettose della libertà di espressione: “Non bisogna mai chiedere la chiusura di un giornale anche se molto lontano dalle proprie idee”.

Maria Volpe, inviata del Corriere, commenta il “caso Celentano” spostando l’attenzione sul contesto: “Non è la prima volta che il Festival si chiude con polemiche. Questo accade quando non c’ è un team unito. Come in questo caso: una direzione artistica esterna (Mazzi-Morandi-Presta) e una dirigenza Rai a tratti assente.
E così il doppio intervento di Celentano è diventato il casus belli in un gioco di scaricabarile non edificante”.

Casus belli o una riuscita operazione di riposizionamento del Festival con la complicità di Celentano?

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