Ti Media e i compensi d’oro dei super Manager
Si sa, gli eccessivi compensi dei manager, soprattutto di questi tempi, sono oggetto di attento scrutinio e di forte critica da parte del pubblico. Non vi è stato mese, infatti, in cui un singolo CEO o un gruppo di top manager non abbiano visto la propria reputazione insidiata sulle pagine dei giornali a causa di uno stipendio spropositato. Lo sa bene l’ex Presidente di LA7 Giovanni Stella che, il 16 marzo, ha visto il proprio compenso di uscita da Telecom Italia Media (TI Media) pubblicato dal Sole 24 Ore in un articolo dal titolo: “Stella, il manager d’oro della tv in rosso”. Vicenda particolarmente critica che, del resto, non potrà che impattare in modo negativo sulla reputazione del dirigente. Com’è possibile, infatti, si è chiesto Il Sole 24 Ore, che un Manager “che non ha mai firmato un bilancio in utile”, percepisca un compenso di uscita superiore al valore dell’intera televisione? Stella ha infatti lasciato con un assegno di 2,25 milioni di euro, mentre LA7 è stata venduta a Cairo Editore al prezzo di un milione di euro …
Decisione difficile da sostenere e da argomentare agli occhi dell’opinione pubblica, considerando che, come racconta Il Fatto Quotidiano, tutti i Manager sono stati “ricompensati” con una pioggia di bonus da Ti Media: “2,24 milioni per retribuire il consiglio di amministrazione, nonostante il rosso da 240 milioni registrato l’anno scorso, con un debito finanziario netto cresciuto di 121 milioni a 260 milioni”.
E se la matematica non è un’opinione, probabilmente la relazione sulle remunerazioni non sarà facilmente dimenticata dai cittadini e dall’opinione pubblica, considerando l’ampia copertura stampa: Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto Quotidiano, La Stampa, il Corriere della Sera e il Mondo. Solo per citare le fonti più autorevoli.
Pur se a livello governativo non sono state emanate disposizioni per le aziende private in merito ai livelli e ai meccanismi di compenso, la decisione di Ti Media appare quanto mai “anacronistica” … E’ di alcuni giorni fa, infatti, l’annuncio che i neo Presidenti della Camere Boldrini e Grasso si ridurranno lo stipendio del 30%, mentre Papa Francesco durante l’udienza concessa ai giornalisti per seguire i lavori del Conclave dichiarava: “Voglio una Chiesa Povera per i poveri”.
Per non parlare del successo del referendum di iniziativa popolare in Svizzera contro le remunerazioni eccessive dei manager privati o pubblici. In Spagna, inoltre, c’è un progetto per sottoporre la paga degli amministratori agli azionisti e in Europa è appena passata una direttiva. Il dibattito sulle politiche di compensation del top management sarà sempre contrassegnato da un taglio populista, ma sicuramente Ti Media non ha gestito questa vicenda nel modo più opportuno …
© Riproduzione riservata